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Il cielo verde di Baghdad. A 25 anni dalla prima guerra del Golfo   versione testuale

Chi non ricorda il cielo "verde" di Baghdad, nella notte tra il 16 e il 17 gennaio 1991. Era l’inizio della prima Guerra del Golfo. E poi? Poi ci abbiamo fatto l’abitudine. Siamo diventati pian piano forse un più “indifferenti”. Il messaggio per la giornata della pace 1 gennaio 2016 “Vinci l’indifferenza e conquista la pace”, forse lo dobbiamo valorizzare anche per non essere indifferenti alle guerre, ai tanti conflitti "dimenticati" ma anche a guerre molto conosciute, come quelle in Iraq, a cui ci abituiamo. E ad essere dimenticate sono le vittime. Chi ha contato le vittime irachene? Conosciamo il numero esatto dei soldati morti in Iraq di tutte le nazioni, ma non sappiamo quante persone irachene sono state uccise.

Papa Giovanni Paolo II allora parlò, e pregò, dicendo che «la guerra è avventura senza ritorno». Parlo della crudeltà dell’embargo che strangolò l’Iraq dopo il 1991. Cercò di evitare la seconda guerra del Golfo, quela del 2003, mandando ambasciatori di Pace sia a Saddam che a Bush. Ma inutilmente. La guerra era già decisa! Una nuova guerra, a conferma di un’avventura senza ritorno, con nuove armi sempre più "intelligenti" (all’uranio impoverito, al fosforo bianco), una nuova guerra basata su nuove bugie. Una querra di cui Bush e Blair hanno vergognamente anche chiesto scusa, come se avessero pestato il piede a qualcuno sull’autobus. E siamo al 2016, 25 anni dopo, di nuovo a parlare di Iraq, di guerra, di soldati, di bombe e di morti. Davvero è la tragica conferma che in quella "avventura" siamo ancora maledettamente coinvolti, e non sappiamo come e quando ci sarà una fine. Me lo diceva una catechista, a Mosul nel dicembre 2002: dagli anni in cui vendevamo mine antiuomo a Saddam Hussein, ai bombardamenti del 1991 fino alla guerra che già si sentiva nell’aria e che sarebbe iniziata nel 2003 l’unico linguaccio che l’Occidente ha usato è sempre stato solo quello degli affari con le armi e la guerra!

Papa Francesco parla di una terza guerra mondiale a pezzi. Si aprono nuovi scenari (di guerra…!) in Libia. Forse l’Italia invierà soldati di nuovo in Iraq. E la storia continua. E la "guerra" continua, con violenza, terrore, morte e distruzione. Davvero non abbiamo dato molto peso a quelle parole di Papa Giovanni Paolo II… e l’"avventura" continua. Nel frattempo quanti amici conosciuti in Iraq, in quella Mosul ora inaccessibile! Quante amici uccisi, a cominciare da Mons. Rahho, vescovo di Mosul, rapito e fatto trovare morto nella discarica della città il 13 marzo 2008. Purtroppo per molti sembra che l’Iraq esista da quel tragico agosto 2014, con l’attacco dell’Isis ai villaggi nella Piana di Ninive. Ma, lo dobbiamo riconosce, negli anni precedenti l’Iraq e la sua gente è stata abbastanza dimenticata. Quanto silenzio!

Nell’aprile 2007 Pax Christi aveva rilanciato l’appello dei Vescovi Iracheni, a rompere il silenzio su quella tragedia… ma il silenzio fu più forte. Forse non c’era la volontà di accendere i riflettori su una situazione così dolorosa e che ci vedeva anche coinvolti in interessi non sempre chiari. Su Mosaico di pace, la rivista promossa da Pax Christi, in queste mese di Gennaio abbiamo dedicato il dossier proprio alla Prima guerra del Golfo. Se non vogliamo che questo 25° di guerra sia solo un triste anniversario, dobbiamo riscoprire con più passione l’impegno per la pace, contro la guerra e il traffico delle armi, come ci ricorda continuamente papa Francesco: «Il mondo non ha compreso la strada della pace. Noi abbiamo preferito la strada delle guerre, la strada dell'odio, la strada delle inimicizie. Cosa rimane di una guerra, di questa guerra che noi stiamo vivendo adesso? Rimangono rovine, migliaia di bambini senza istruzione, tanti morti innocenti e tanti soldi nelle tasche dei trafficanti di armi. Una volta, Gesù ha detto che non si possono servire due padroni, Dio e le ricchezze. La guerra è proprio la scelta per le ricchezze. Facciamo armi, così l'economia si bilancia un po' e andiamo avanti con il nostro interesse… C’è una parola brutta del Signore: ‘Maledetti!’, perché lui ha detto ‘Benedetti gli operatori di pace!’, coloro che operano la guerra, che fanno le guerre, sono maledetti, sono delinquenti».

don Renato Sacco, coordinatore nazionale Pax Christi
Sabato 16 Gennaio 2016