Conflitti dimenticati » Archivio News » 2018 » Febbraio » Papa Francesco ricorda importanza del "giornalismo di pace" 
Papa Francesco ricorda importanza del "giornalismo di pace"   versione testuale

"La pace è la vera notizia", scrive papa Francesco nel suo Messaggio per la 52ma Giornata Mondiale delle Comunicazioni sociali dal titolo "La verità vi farà liberi (Gv 8,32). Fake news e giornalismo di pace", che si celebrerà domenica 13 maggio prossimo. «Se la via d’uscita dal dilagare della disinformazione è la responsabilità - scrive il Papa -, particolarmente coinvolto è chi per ufficio è tenuto ad essere responsabile nell’informare, ovvero il giornalista, custode delle notizie. Egli, nel mondo contemporaneo, non svolge solo un mestiere, ma una vera e propria missione. Ha il compito, nella frenesia delle notizie e nel vortice degli scoop, di ricordare che al centro della notizia non ci sono la velocità nel darla e l’impatto sull’audience, ma le persone. Informare è formare, è avere a che fare con la vita delle persone. Per questo l’accuratezza delle fonti e la custodia della comunicazione sono veri e propri processi di sviluppo del bene, che generano fiducia e aprono vie di comunione e di pace». «Desidero perciò rivolgere un invito a promuovere un giornalismo di pace, non intendendo con questa espressione un giornalismo “buonista”, che neghi l’esistenza di problemi gravi e assuma toni sdolcinati. Intendo, al contrario, un giornalismo senza infingimenti, ostile alle falsità, a slogan ad effetto e a dichiarazioni roboanti; un giornalismo fatto da persone per le persone, e che si comprende come servizio a tutte le persone, specialmente a quelle – sono al mondo la maggioranza – che non hanno voce; un giornalismo che non bruci le notizie, ma che si impegni nella ricerca delle cause reali dei conflitti, per favorirne la comprensione dalle radici e il superamento attraverso l’avviamento di processi virtuosi; un giornalismo impegnato a indicare soluzioni alternative alle escalation del clamore e della violenza verbale», conclude papa Francesco.
Giovedì 01 Febbraio 2018