Nepal

Popolazione: 29.959.364 ab. (2012)
Superficie: 147.181 km²
Capitale: Kathmandu (671.846 ab. / 2001)
Moneta: Rupia nepalese
Lingua: Nepalese
Religione: Induisti 80,62%; Buddhisti 10,74%; Musulmani 4,2%; Kiranti 3,6%; Cristiani 0,45%; Giainisti 0,02%; Altri 0,37%;
Il Nepal è situato fra i due paesi più popolosi del mondo, la Cina e l’India. Nel XIX secolo la conquista britannica dell’India rappresentò una seria minaccia per il Napal, non lasciando al paese altra alternativa che scendere a patti con il Regno Unito. L’accordo fu raggiunto dalla dinastia Rana dopo il 1860. In virtù di questa alleanza di fatto, Kathmandu acconsentì al reclutamento di milizie gurkha, altamente apprezzate dall’esercito anglo-indiano, accettando inoltra la “guida” della Gran Bretagna nella guida politica estera nepalese. In cambio, il Regno Unito garantì l’autonomia negli affari interni.
Nel 1947 gli inglesi abbandonarono l’India, ai Rana venne meno un appoggio esterno indispensabile e il regime si trovò esposto a nuovi pericoli. Le forze anti-Rana, composte principalmente da nepalesi residenti in India, strinsero un’alleanza guidata dal re con la famiglia reale nepalese. Nel febbraio del 1951 il Congresso Nepalese riuscì a spodestare il regime dei Rana.
Da allora fino al dicembre del 1960 si susseguirono in Nepal alcune esperienze di stampo democratico. I partiti vennero legalizzati e nel 1959 si tennero libere elezioni basate sulla Costituzione approvata dal re Mahendra Bir Birkram. Ma il 15 dicembre del 1960 il primo ministro eletto fu arrestato, il Parlamento venne sciolto e la Costituzione fu quasi interamente soppressa.
Nel dicembre del 1962 venne introdotto un regime di democrazia tutelata, non partitico, denominato Panchayat. Nel 1979 nacque un movimento studentesco di protesta. Il re Birenda Bir Birkram Shah Deva rispose indicendo un plebiscito per scegliere tra un sistema multipartitico o un Panchayat riformato; quest’ultimo ottenne il 55% dei voti. Ma le proteste contro il Panchayat raggiunsero il culmine nel 1990. Birenda avviò un dialogo con l’opposizione e accetto il pluralismo politico.
La transizione verso una democrazia parlamentare in un regime di monarchia costituzionale fu sancita con decreto reale nell’aprile 1990 e nell’aprile del 1991 ebbero luogo le prime elezioni libere dopo 32 anni di governo semimonarchico.
Il 1 giugno 2001 il re Birenda, la regina e altri membri della famiglia reale furono assassinati a colpi d’arma da fuoco dal principe ereditario, questi in stato di ebrezza. Seguirono scontri tra i ribelli maonisti e le forze di sicurezza. Ne seguirono diversi negoziati in cui i maonisti chiesero l’abrogazione della Costituzione del 1990, la creazione di un governo provvisorio e l’elezione di un’Assemblea costituente per scrivere una nuova legge fondamentale che istituisse la repubblica, ponendo fine alla monarchia. Il governo non accettò e richieste e la violenza riprese più intensa.
Nel novembre del 2002 ci fu il tentativo di nuove elezioni ma che furono rimandate a data da destinarsi. Nel maggio del 2004 i gruppi di opposizione, contrari alla decisione del re di assumere i poteri esecutivi, aggiunsero lo propria voce alle proteste degli scioperanti, tant’è che i ribelli attuarono un blocco dei rifornimenti alla capitale per una settimana paralizzando il paese. Nel febbraio del 2005 Gyanendra licenziò il primo ministro e prese a governare direttamente. Questo provvedimento soddisfaceva una delle richieste dei ribelli, che volevano un dialogo diretto con il re. In marzo i rappresentanti dei principali partiti politici richiesero un’assemblea costituzionale e deposero Gyanendra. Nel’aprile 2005 lo stato di emergenza fu revocato e i ribelli annunciarono una tregua che durò fino a gennaio 2006.
Dopo settimane di proteste di massa e scioperi, il re Gyanedra accettò di ripristinare il Parlamento. Koirala fu nominato primo ministro e affermò di voler introdurre i maonisti all’interno della vita politica civile. I ribelli dichiararono un cessate il fuoco per tre mesi e nel maggio del 2006 il Parlamento votò all’unanimità la limitazione dei poteri del re.
Nel Settembre 2015 si ebbe approvazione della nuova costituzione nepalese di ispirazione laica e federale e nell’ottobre 2015 Bidhya Devi Bhandari fu eletta prima donna capo di stato del Nepal.

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