Oltre 650.000 morti solo tra i militari italiani. Complessivamente la prima Guerra Mondiale – terminata il 4 novembre 1918 – ha causato circa 26 milioni di morti tra militari e civili. Non c’è nulla da festeggiare, se non la fine di “un’inutile strage” (Papa Benedetto XV, agosto 1917). C’è un sito che merita di essere consultato, che aiuta a capire cosa è stata davvero la prima guerra mondiale: www.inutilestrage.it.
Non possiamo nascondere la preoccupazione di fronte alla crescente retorica militare e all'esaltazione della guerra come fenomeno normale o necessario. Non possiamo nascondere l'ipocrisia di coloro che parlano di pace ma stanno preparando conflitti armati anche con l'uso di armi nucleari (l'Italia non può rifiutare la sua firma al Trattato ONU per la messa al bando delle armi nucleari!).
Non possiamo accettare che mentre si fa memoria della fine di un tragedia enorme, molte altre guerre siano combattute anche con il contributo delle armi vendute dall’Italia. Proprio nei giorni scorsi, anche alla Settimana Sociale di Cagliari, avevamo denunciato insieme ad altri le bombe prodotte in Sardegna dalla RWM che poi l’Italia vende tranquillamente all’Arabia Saudita impegnata da anni a bombardare lo Yemen, cosa che continua anche in questi giorni, durante la visita a Riyad del Primo Ministro Gentiloni.
Non possiamo accettare che molte guerre siano dimenticate dal grande circuito dell’informazione, ad es. nella Repubblica Democratica del Congo e in molti Paesi dell’Africa dove le armi made in Italy arrivano in modo copioso.
Non possiamo accettare che le spese militari italiane per il prossimo 2018 siano addirittura previste in aumento: circa 25 miliardi di Euro!
Ancora una volta è Papa Francesco a ricordarci: “Questa è la guerra: la distruzione di noi stessi…Quando tante volte nella storia gli uomini pensano di fare una guerra, sono convinti di portare un mondo nuovo, sono convinti di fare una “primavera”. E finisce in un inverno, brutto, crudele, con il regno del terrore e la morte (papa Francesco, Cimitero Americano di Nettuno, 2 novembre 2017)
Il 4 novembre sia un giorno di preghiera, di lutto e di impegno per uscire dal sistema di guerra, per costruire la pace.
“Oggi preghiamo per tutti i defunti, tutti, – ha concluso papa Francesco il 2 novembre scorso – ma in modo speciale per questi giovani, in un momento in cui tanti muoiono nelle battaglie di ogni giorno di questa guerra a pezzetti. Preghiamo anche per i morti di oggi, i morti di guerra, anche bambini, innocenti. Questo è il frutto della guerra: la morte. E che il Signore ci dia la grazia di piangere”.