Il quotidinao della CEI “Avvenire” dedica un approfondimento alla votazione che si terrà oggi alla Camera per approvare il decreto missioni che contiene il via libera all’intervento in Niger. Intervento che si inserisce nel quadro delle iniziative di coordinamento con l’Unione europea per favorire le condizioni di sicurezza nel Paese e negli Stati del cosiddetto G5 del Sahel. Missione, di cui l’Italia ha chiesto di essere 'membro osservatore', nata dalla richiesta giunta nel novembre scorso dal Paese africano. Il coordinatore nazionale di Pax Christi, don Renato Sacco, sempre dalle pagine di “Avvenire” ha lanciato un appello ai parlamentari perchè votino contro la decisione del Governo sull'intervento in Niger.
Secondo quanto ricorda il quotidiano della CEI «Non sarà una missione 'combat', ma di addestramento, ha chiarito il ministro della Difesa Roberta Pinotti, intervenuta insieme al ministro degli Esteri Angelino Alfano. Ma il decreto interviene anche a rimodulare tutto il nostro impegno sulle missioni, riducendo gradatamente le nostre presenze in altri scenari (in Iraq saranno dimezzati gli attuali 1.500 militari presenti, mentre in Afghanistan si passerà da 900 a 700) e rafforzando quelle nel continente africano. In Libia si passa dalle attuali 370 a 400 unità e 470 sono quelle previste, ora, per questo impegno in Niger: 120 nel primo semestre per poi raggiungere il numero massimo entro fine anno. Verranno inviati anche 130 mezzi terrestri e due aerei. La spesa prevista per l’operazione è di 49,5 milioni di euro per tutto il 2018. Complessivamente nell’arco dell’anno saranno 6.698 i militari impegnati in teatri internazionali, per una spesa di 1,5 miliardi di euro».