«In Italia per le spese militari investiamo 25 miliardi di euro all’anno! 68 milioni al giorno, 2,8 milioni all’ora, oltre 45.000 euro al minuto! Le ricordo inoltre che l’Italia entro la fine del 2019 può ancora uscire dal costosissimo progetto degli F35. Dal gennaio del prossimo anno non sarà più possibile». È quanto si legge nella lettera aperta a firma di mons. Giovanni Ricchiuti, presidente di Pax Christi Italia e arcivescovo di Altamura-Gravina di Puglia e Acquaviva delle Fonti, indirizzata al ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, e pubblicata nel numero di ottobre di Mosaico di pace, rivista promossa dal movimento, per chiedere attenzione da parte sua e del nuovo Governo sui temi di disarmo e della riduzione delle spese militari. Quantificando “l’impegno di spesa”, il presule lo indica in “circa 10 miliardi”. «Il costo di ogni aereo si aggira sui 130 milioni di euro. E mi dicono che ci stiamo avventurando in un nuovo progetto di aereo militare: Tempest, ne abbiamo proprio bisogno?», si chiede mons. Ricchiuti. Che rinnova anche l’invito a «sottoscrivere il Trattato sulla messa al bando degli arsenali nucleari, firmato al Palazzo delle Nazioni Unite il 7 luglio 2017, che entrerà in vigore solo se sarà ratificato da almeno 50 Paesi e l’Italia non lo ha ancora fatto!”. L’arcivescovo lo considera “un bel gesto di nuovo umanesimo». Il suo augurio è che «ci sia un impegno, in primis da parte del Governo e delle istituzioni statali, per una riconversione della produzione bellica, come da tempo chiediamo insieme a tante altre persone della società civile».
Don Renato Sacco, che di Pax Christi è coordinatore nazionale, apprezza la smentita sulla presunta «sottomissione senza condizioni ai voleri degli Usa». «Spero che davvero si possa andare verso un disimpegno dell’Italia da questo programma – dice don Sacco – che serve a produrre aerei potenzialmente capaci di trasportare bombe nucleari». Poi la proposta: «Voglio chiedere al premier, a nome di Pax Christi e di Rete Italiana per il disarmo, di riceverci per parlare di questo tema. Potremmo ripetergli come, da cristiani, pensiamo che il governo farebbe molto meglio ad investire le risorse destinate all'acquisto degli F35, che costano ciascuno 120 milioni di euro di denaro pubblico, in sanità, scuole, assistenza sociale».