«Desidero ribadire – ha detto papa Francesco nel suo Discorso al Memoriale della Pace (Hiroshima) domenica 24 novembre 2019 – che l’uso dell’energia atomica per fini di guerra è, oggi più che mai, un crimine, non solo contro l’uomo e la sua dignità, ma contro ogni possibilità di futuro nella nostra casa comune. L’uso dell’energia atomica per fini di guerra è immorale, come allo stesso modo è immorale il possesso delle armi atomiche, come ho già detto due anni fa. Saremo giudicati per questo. Le nuove generazioni si alzeranno come giudici della nostra disfatta se abbiamo parlato di pace ma non l’abbiamo realizzata con le nostre azioni tra i popoli della terra. Come possiamo parlare di pace mentre costruiamo nuove e formidabili armi di guerra? Come possiamo parlare di pace mentre giustifichiamo determinate azioni illegittime con discorsi di discriminazione e di odio?».
Il Presidente di Pax Christi mons. Giovanni Ricchiuti (Vescovo di Altamura – Gravina – Acquaviva delle Fonti), commentando le parole di Papa Francesco ha sottolineato come «Non posso che esprimere la più totale condivisione e sintonia con papa Francesco. E credo di interpretare i sentimenti non solo di Pax Christi Italia ma anche di Pax Christi International». Quelle di papa Francesco «sono parole forti – aggiunge il vescovo Ricchiuti – e danno forza a tutti quelli che lavorano per la pace, che nei nostri territori denunciano la corsa al riarmo, che chiedono che anche l’Italia aderisca al Trattato che mette al bando le armi nucleari. Abbiamo davanti un grande lavoro da fare! Sia come chiesa, sia come società civile. Penso alla decisione che la Camera ha preso, qualche giorno fa approvando, di fatto, il progetto degli F35. Penso alle dichiarazioni del Ministro degli Esteri che, dopo l’ennesimo naufragio con alcuni morti davanti a Lampedusa, dice che ‘dobbiamo lavorare per fare in modo che le imbarcazioni non partano più dalle coste libiche, da quelle tunisine e dal Nord Africa».
«Non possiamo lasciare cadere nel vuoto gli appelli di papa Francesco. Non lo vogliamo lasciare solo. Quando lo abbiamo incontrato come Consiglio Nazionale lo scorso 12 gennaio, ci ha detto le stesse cose che ha detto oggi, aggiungendo “forse non mi ascolteranno, ma la Chiesa non può tacere”. La strada degli artigiani di pace – conclude il Presidente di Pax Christi – è una strada che non si può abbandonare. Dobbiamo continuare a lavorare, costruire, denunciare, annunciare, perché la storia non si cambia se non cambiano le radici profonde dell’ingiustizia e della guerra. Nunca mas ha detto Francesco nella sua lingua…».