“Mari e muri. Infinite barriere mortali per i migranti” è il titolo del Dossier realizzato da Caritas Italiana e proposto in occasione della Giornata mondiale del rifugiato del 20 giugno scorso. In un momento in cui si torna a parlare di “muri” anche in Europa, con questo strumento Caritas vuole indagare il fenomeno migratorio con uno sguardo particolare sui confini da varcare (“mari e muri”, appunto) e con un focus sulla realtà, poco conosciuta quanto drammatica, come le migrazioni nel Corno d’Africa verso il Golfo di Aden.
Nel testo oltre al mar Mediterraneo, si ricorda il muro Saharawi, conosciuto anche come “il muro della vergogna”, che separa il Marocco e la parte dell’ex- Sahara Occidentale, i muri di Ceuta e Melilla, le ultime due enclaves sotto la sovranità spagnola in territorio africano, il muro Tijuana, che si estende per oltre 1.000 chilometri sul confine tra il Messico e gli Stati Uniti. E molti altri ancora (oltre 50 secondo gli ultimi dati), come ilmuro israelo-palestinese, il muro tra India e Bangladesh, quello tra Iran e Pakistan e quello annunciato in questi giorni dall’Ungheria al confine con la Serbia.
Il Dossier segue quelli già pubblicati e disponibili interamente on-line, che approfondiscono i temi della crisi in Grecia, del conflitto in Siria, della condizione dei carcerati ad Haiti, dello sfruttamento lavorativo in Asia e della condizione giovanile in Bosnia ed Erzegovina.