Popolazione: 17 801 638 ab. (2015)
Superficie: 185 180 km² (86º)
Capitale: Damasco (1 614 297 ab./2009)
Moneta: Lira siriana
Lingua: Lingua ufficiale è l’arabo. Nelle scuole sono insegnati l’inglese e il francese. Sono parlati da parte delle minoranze anche il curdo,l’armeno,l’aramaico e il circasso (sia cabardo che in minor numero occidentale).
Religione: Islamica
La Repubblica Araba Siriana è stata fondata nel 1946, dopo quasi 25 anni di amministrazione francese. Nel 1958, dopo un periodo di instabilità politica e una serie di colpi di stato, la Siria entrò a far parte della Repubblica Unita dArabia, sotto la guida del presidente egiziano Gamal Abdel Nasser. Tuttavia, dopo soli 3 anni, la Siria si separò della neonata Repubblica.
Nel 1971, Hafez al-Assad prese il potere in seguito ad un colpo di stato e divenne Presidente della Siria, posizione che mantenne fino al 2000. Gli succedette suo figlio, Bashar al-Assad (ancora oggi al potere).
La popolazione siriana è prevalentemente musulmana sunnita, anche se sono presenti nel paese minoranze di musulmani Alawiti, cristiani e curdi. La famiglia di Assad appartiene alla minoranza alawita, da lui privilegiata in diversi settori cruciali nellamministrazione dello Stato, nelle forze armate e nelleconomia. Questo topo di predominio ha provocato fori malumori tra i sunniti, mentre altre minoranze, in particolare i cristiani, hanno mostrato di apprezzare la relativa libertà religiosa derivante dalla secolarizzazione dello stato, promossa da Hafez al-Assad.
Nel corso degli anni la Siria è stata protagonista di vari conflitti con il suo vicino Israele. Nel 1948, in disaccordo con la decisione di creare uno Stato di Israele, la Siria, assieme allEgitto, alla Giordana, al Libano e allIraq, assalirono Israele, subendo in risposta una quasi immediata sconfitta militare. Dopo il termine delle ostilità, fu creata una zona demilitarizzata tra Siria e Israele.
Nel 1966, un sanguinoso colpo di stato allinterno del dominante partito Baath, portò al potere un governo che promosse politiche più aggressive contro Israele, e che sfociarono in alcuni scontri militari, nel più ampio contesto della Guerra dei Sei Giorni. In seguito a tali azioni militari, la Siria perse in un primo tempo il controllo delle alture del Golan, limitrofe alla frontiera con Israele (controllo poi recuperato nel 1973, al termine della guerra dello Yom Kippur).
Tra il 1975 e il 1990, la Siria fornì supporto logistico a varie organizzazioni impegnate in attività militari interne, nel vicino Libano, e aderì alla coalizione internazionale impegnata nella prima guerra del Golfo (1991).
Diversi sono stati, nel corso degli anni, i tentativi di rovesciare il regime di Assad. Nel 1979, i Fratelli Musulmani sfidarono il regime di Assad, dando vita ad un conflitto che è durato fino al 1982, anno in cui la ribellione dei Fratelli Musulmani è stata duramente stroncata da parte del governo di Assad.
Fino alla Primavera Araba del 2011, nessun altro episodio rilevante di conflitto interno è registrabile nella cronaca politico-militare del paese.
Nel corso della Primavera Araba, nell’ambito della strategia governativa di lotta contro lemergente gruppo ribelle “Libero Esercito Siriano (Free Syrian Army), il governo di Assad ha ripetutamente colpito obiettivi civili.
Per approfondire:
- I traumi e le sfide dei figli dell’orrore (“Italia Caritas” marzo 2017)
- A che punto è la notte (“Mosaico di pace” gennaio 2017)
- Il paese svuotato: tunnel senza sbocco? (“Italia Caritas” marzo 2016)
- The armed conflicts in Syria and Iraq (SIPRI Yearbook 2015)
-
Una minaccia arcaica e moderna (“Italia Caritas” marzo 2015)
- Bufera nel paese di Simeone (“Mosaico di pace” ottobre 2012)
-
Non c’è pace senza Siria (“Mosaico di pace” luglio 2012)