L’annuncio arrivato con una nota sul sito della Conferenza Episcopale Italiana che specifica anche che «lincontro con i responsabili di Caritas Iraq è volto a delineare lo sviluppo di progetti di collaborazione e di solidarietà». «Questo viaggio spiega mons. Galantino si colloca allinterno di quel cammino di prossimità che come Chiesa italiana abbiamo avviato da tempo. Ricordo, ad esempio, la proposta, in occasione della Festa dellAssunta, che come Presidenza della Conferenza Episcopale Italiana abbiamo rivolto a tutte le comunità ecclesiali: viverla come una giornata di particolare vicinanza al dramma sofferto da centinaia di migliaia di cristiani. Ad essa, coerentemente, sono succeduti contributi economici che consentissero di affrontare la prima emergenza». «La violenza che uccide, gli attacchi e linsicurezza che costringono migliaia di persone all’emarginazione e allesilio conclude il Segretario generale non possono trovarci indifferenti: e mentre rilanciamo il nostro appello ai responsabili della politica, come a ogni uomo, affinché nelle rispettive responsabilità non volgano lo sguardo altrove ci sentiamo chiamati a fare quanto sta in noi per sostenere fattivamente limpegno della Caritas, presente nellemergenza con la sua rete di relazioni e di progetti».
Ricordiamo come lo scorso 22 settembre la Presidenza CEI ha deliberato lo stanziamento di un milione di euro a sostegno delle comunità cristiane in Iraq. Il contributo si aggiunge a quello, analogo per entità, stanziato in luglio per far fronte allemergenza in Siria. In entrambi i Paesi la Chiesa, anche grazie al contributo di Caritas Italiana, ha messo a disposizione le sue strutture, aprendo le porte per assicurare unassistenza di base alle centinaia di migliaia di profughi, in grande maggioranza cristiani, costretti a fuggire dai loro luoghi dorigine. Caritas Iraq, sostenuta da Caritas Internationalis e da Caritas Italiana, ha scelto di concentrare la maggior parte delle sue attività nei villaggi vicini a Duhok, (Sarsank,Ineshky, Amadiya…) e a Zakho (Fishkhabour, Persephy, Derabon…). Sono 7.400 le famiglie di iracheni assistite finora con viveri, medicinali, rifugi provvisori, ma il 10 settembre è arrivato un nuovo appello di 2.422.914 euro per assistere 12.350 famiglie di nuovi sfollati.