Moltissimi vivono situazioni di sfollamento prolungato che possono tramutarsi in una condizione cronica. Gli sfollati interni in particolare sono nel mondo 50,8 milioni. Il numero più alto di sempre. Nel linguaggio umanitario sono chiamati Internal Displaced People (IDP), profughi costretti ad abbandonare le loro case ma che restano nella propria nazione. Di queste oltre 45 milioni lo sono a causa di conflitti armati e violenze. Il numero di profughi interni a causa delle guerre supera di gran lunga rifugiati e richiedenti asilo (i profughi accolti allestero).
Il dossier, riprendendo anche i dati di indagini di Caritas Iraq sui giovani, analizza nello specifico la situazione dei 1,6 milioni di profughi interni in Iraq, sfollati a causa dellIsis che nel 2014 conquistò la città di Mosul e la Piana di Ninive, generando allapice del conflitto circa 6 milioni gli sfollati. Sono persone che hanno paura a tornare nelle loro case, se ancora esistono, e che a fatica immaginano un futuro felice. Durante gli ultimi quaranta anni hanno inoltre subito quattro guerre, dieci anni di embargo, otto anni di occupazione militare straniera e nove anni di terrorismo interno sfociato in una vera e propria guerra civile, non ancora del tutto sopita. Il DDT, anche attraverso le storie di queste persone, vuole dare voce alla loro sofferenza, spesso dimenticata dalla comunità internazionale, concentrata a difendersi dai profughi che oltrepassano i confini.
Ed è proprio a loro, agli sfollati interni, che papa Francesco ha scelto di dedicare la 106a Giornata mondiale del Migrante e del Rifugiato, che si celebrerà il prossimo 27 settembre. Il titolo del messaggio pontificio è “Come Gesù, costretti a fuggire”.
Questo Dossier si aggiunge ai 56 già pubblicati da Caritas Italiana, tutti disponibili on-line, compreso quello già dedicato all’Iraq nel luglio 2015.