MESSAGGIO URBI ET ORBI
DI SUA SANTITÀ BENEDETTO XVI
NATALE 2005
Vi annunzio una grande gioia
oggi vi è nato nella città di Davide un Salvatore: Cristo Signore (Lc 2,10-11). Questa notte abbiamo riascoltato le parole dellAngelo ai pastori, ed abbiamo rivissuto il clima di quella Notte santa, la Notte di Betlemme, quando il Figlio di Dio si è fatto uomo e, nascendo in una povera grotta, ha posto la sua dimora fra noi. In questo giorno solenne risuona lannuncio dellAngelo ed è invito anche per noi, uomini e donne del terzo millennio, ad accogliere il Salvatore. Non esiti lodierna umanità a farlo entrare nelle proprie case, nelle città, nelle nazioni e in ogni angolo della terra! E vero, nel corso del millennio da poco concluso e specialmente negli ultimi secoli, tanti sono stati i progressi compiuti in campo tecnico e scientifico; vaste sono le risorse materiali di cui oggi possiamo disporre. Luomo dellera tecnologica rischia però di essere vittima degli stessi successi della sua intelligenza e dei risultati delle sue capacità operative, se va incontro ad unatrofia spirituale, ad un vuoto del cuore. Per questo è importante che apra la propria mente e il proprio cuore al Natale di Cristo, evento di salvezza capace di imprimere rinnovata speranza allesistenza di ogni essere umano.
Svegliati, uomo: poiché per te Dio si è fatto uomo (SantAgostino, Discorsi, 185). Svegliati, uomo del terzo millennio! A Natale lOnnipotente si fa bambino e chiede aiuto e protezione. Il suo modo di essere Dio mette in crisi il nostro modo di essere uomini; il suo bussare alle nostre porte ci interpella, interpella la nostra libertà e ci chiede di rivedere il nostro rapporto con la vita e il nostro modo di concepirla. Letà moderna è spesso presentata come risveglio dal sonno della ragione, come il venire alla luce dellumanità che emergerebbe da un periodo buio. Senza Cristo, però, la luce della ragione non basta a illuminare luomo e il mondo. Per questo la parola evangelica del giorno di Natale – Veniva nel mondo / la luce vera, / quella che illumina ogni uomo (Gv 1,9) echeggia più che mai come annuncio di salvezza per tutti. Nel mistero del Verbo incarnato trova vera luce il mistero delluomo (Cost.Gaudium et spes, 22).La Chiesa ripete senza stancarsi questo messaggio di speranza, ribadito dal Concilio Vaticano II che si è concluso proprio quarantanni or sono.
Uomo moderno, adulto eppure talora debole nel pensiero e nella volontà, lasciati prender per mano dal Bambino di Betlemme; non temere, fidati di Lui! La forza vivificante della sua luce ti incoraggia ad impegnarti nelledificazione di un nuovo ordine mondiale, fondato su giusti rapporti etici ed economici. Il suo amore guidi i popoli e ne rischiari la comune coscienza di essere famiglia chiamata a costruire rapporti di fiducia e di vicendevole sostegno. Lumanità unita potrà affrontare i tanti e preoccupanti problemi del momento presente: dalla minaccia terroristica alle condizioni di umiliante povertà in cui vivono milioni di esseri umani, dalla proliferazione delle armi alle pandemie e al degrado ambientale che pone a rischio il futuro del pianeta.
Il Dio che si è fatto uomo per amore delluomo sostenga quanti operano in Africa a favore della pace e dello sviluppo integrale, opponendosi alle lotte fratricide, perché si consolidino le attuali transizioni politiche ancora fragili, e siano salvaguardati i più elementari diritti di quanti versano in tragiche situazioni umanitarie, come nel Darfur ed in altre regioni dellAfrica centrale. Induca i popoli latino-americani a vivere in pace e concordia. Infonda coraggio agli uomini di buona volontà, che operano in Terra Santa, in Iraq, in Libano, dove i segni di speranza, che pure non mancano, attendono di essere confermati da comportamenti ispirati a lealtà e saggezza; favorisca i processi di dialogo nella Penisola coreana e altrove nei Paesi asiatici, perché, superate pericolose divergenze, si giunga, in spirito amichevole, a coerenti conclusioni di pace, tanto attese da quelle popolazioni.
Nel Natale il nostro animo si apre alla speranza contemplando la gloria divina nascosta nella povertà di un Bambino avvolto in fasce e deposto in una mangiatoia: è il Creatore delluniverso, ridotto allimpotenza di un neonato! Accettare questo paradosso, il paradosso del Natale, è scoprire la Verità che rende liberi, lAmore che trasforma lesistenza. Nella Notte di Betlemme, il Redentore si fa uno di noi, per esserci compagno sulle strade insidiose della storia. Accogliamo la mano che Egli ci tende: è una mano che nulla vuole toglierci, ma solo donare.
Con i pastori entriamo nella capanna di Betlemme sotto lo sguardo amorevole di Maria, silenziosa testimone della nascita prodigiosa. Ci aiuti Lei a vivere un buon Natale; ci insegni a custodire nel cuore il mistero di Dio, che per noi si è fatto uomo; ci guidi a testimoniare nel mondo la sua verità, il suo amore, la sua pace.