Iraq

Popolazione: 33,42 milioni (2013) Banca Mondiale
Superficie: 438 317 km2
Capitale: Baghdad
Moneta: Dinaro Iracheno
Lingua: Arabo e Curdo
Religione: Mussulmana: Sciita e Sunnita, presente anche una piccola minoranza cristiana

Il territorio dell’attuale Iraq corrisponde a tre antiche province dell’Impero Ottomano, poi divenute protettorato britannico nel 1920, in seguito ad una decisione della Societa’ delle Nazioni.
L’Iraq proclamo’ la sua indipendenza nel 1932, ma fu soggetto ad occupazione militare britannica dal 1941 al 1947, a causa della sua posizione strategica nel corso del secondo conflitto mondiale.
Dato che il territorio dell’Iraq fu costruito unificando arbitrariamente diversi territori, che avevano pochi elementi in comune, il nuovo Re, nominato dagli inglesi, promosse il nazionalismo arabo come possibile elemento unificante della nuova aggregazione statale. La conseguenza di tale orientamento fu la progressiva esclusione della componente non araba della popolazione e l’accentramento di potere nelle mani di una nuova elite, corrispondente alla minoranza sunnita, che aveva in passato ricoperto ruoli di responsabilita’ nell’amministrazione ottomana.
Nel 1958, l’elite dominante, insoddisfatta per il mancato sviluppo del paese, organizzo’ una rivolta militare che rovescio’ la monarchia, avviando una fase di conflitti interni proseguita nel 1959 e ripresa poi nel 1963.
A fronte della spaccatura interna delle forze armate in varie fazioni rivali tra di loro, prevalse nel tempo il partito Ba’ath, che nel 1968 trasformo’ il paese in uno stato socialista a partito unico, imponendo un rigido sistema di controllo e repressione degli oppositori, molti dei quali si trovarono costretti a riparare all’estero.Gli iracheni sciti, esiliati in Iran, formarono l’alleanza SCIRI (Supremo Consiglio per la Rivoluzione Islamica in Iraq), dando il via ad una lotta contro il governo che nel corso degli anni conobbe diversi momenti di apice (tra il 1982 e il 1984, nel 1987 e tra il 1991 e il 1996).
L’abolizione del sistema mono-partitico, nel 2003, non produsse i miglioramenti auspicati ma una recrudescenza dei conflitti interni. I gruppi di opposizione continuarono la loro lotta al governo, sollecitando un maggiore spazio alla religione nella guida del paese e criticando la collaborazione del governo con l’amministrazione americana.Anche le aree curde nel Nord del paese sono state oggetto di disputa sin dalla costituzione dello stato iracheno. La pretesa dei capi locali di costituire un Kurdistan indipendente ha portato nel corso degli anni a varie situazioni di guerra e di conflitto armato (1961-70, 1973-93, 1996).
Oggetto di disputa sono state anche varie aree territoriali di confine del paese, contese tra Iraq e Iran. Tale contenzioso, combinato alle tradizionali rivalita’ politiche, porto’ ad una guerra aperta tra i due paesi, prima nel 1974 e successivamente nel periodo 1980-1988.
Nel 1990, il governo iracheno invase il Kuwait, reclamandone l’appartenenza storica. L’anno successivo, anche a seguito delle pressioni americane, il Kuwait ricevette sostegno militare da una coalizione internazionale, con l’obiettivo di obbligare le forze irachene ad abbandonare il paese. Nel 2003, sulla base di informazioni secondo cui il governo iracheno stava producendo a larga scala nuove armi di distruzione di massa e stava sostenendo il terrorismo internazionale, fu combattuta una seconda guerra tra l’Iraq e una coalizione internazionale guidata da Stati Uniti, Regno Unito e Australia. Dopo la sconfitta delle truppe di Saddam Hussein, grandi contingenti di truppe della coalizione rimasero nel paese, per sostenere il nuovo governo nella lotta alle opposizioni interne.
Sia nel corso delle varie guerre succedutesi negli ultimi anni che nelle attivita’ di contrasto delle opposizioni interne, il governo dell’Iraq ha ripetutamente colpito obiettivi civili, mietendo numerose vittime. A partire dal 2004, anche vari attori non governativi sono stati protagonisti di simili episodi.
Nel 2004, in linea con la posizione di Washington e in contrasto con la maggioranza sciita, venne annunciato un governo ad interim. Il consiglio dell’Iraq accetto’ una bozza di Costituzione provvisoria che sarebbe rimasta in vigore fino alla stesura della costituzione definitiva. Ghazi Yawer fu nominato presidente ad interim ed entro’ in funzione la nuova amministrazione provvisoria.
Nel 2005, circa 8 milioni di persone votarono alle elezioni per l’Assemblea Nazionale di Transizione. L’Alleanza Sciita-Iraq Unito ottenne la vittoria, seguita dai partiti curdi. Il Parlamento decise di eleggere una presidenza di tre uomini. Il leader curdo Khalal Talabani doveva essere il capo ad interim del Consiglio Presidenziale. Un altro sciita, Ibrahim Jaafari, fu nominato primo ministro. Infine Massoud Barzani, leader del Partito Democratico del Kurdistan, fu eletto presidente del Kurdistan iracheno. Lo stesso anno, una nuova Costituzione trasformava l’Iraq in una democrazia federale islamica e Saddam Hussein fu accusato di crimini contro l’umanita’.
Nel 2006 fu dichiarata la vittoria dell’Iraq Unito-Alleanza Sciita e Saddam Hussein fu condannato a morte per l’assassinio di alcuni abitanti della citta’ di Dujai. Alla fine dell’anno, Hussein fu impiccato in segreto. Secondo molti governi e leader mondiali, l’esecuzione di Hussein non sarebbe servita a pacificare il paese.

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